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Una Dinastia di Mestiere

La Tenuta del Monsignore ha il suo centro aziendale in San Giovanni in Marignano in provincia di Rimini, su un dolce colle che guarda il mare. Si estende su di una superficie di circa 135 ettari, di cui circa 85 a vigneti e 13 a oliveti. I vini e l’olio extravergine derivano esclusivamente da uve e olive di nostra produzione. La cantina è attigua alla casa padronale che incorpora ancora i resti della vecchia cantina della prima metà del 1800. L’attuale struttura è un esempio di connubio fra tradizione e tecnologia avanzata.

Le moderne presse sottovuoto emulano magnificamente la sofficità dei piedi dei nostri nonni, mentre il controllo rigoroso della temperatura del vino in tutte le sue fasi è per noi fondamentale al fine di ottenere qualità di prodotto. Tutti i processi sono da noi seguiti con molta cura.

Le caratteristiche della terra, la giacitura, l’esposizione, il microclima, uniti alla nostra secolare esperienza, hanno favorito la nascita di vini di qualità elevata, derivata dalla scelta di limitare la quantità di uva per ceppo, nonchè dalla tipologia di allevamento a “cordone libero”, che non costringe i tralci ad essere legati sui fili. Sole ed aria, in tal modo, penetrano facilmente all’interno della vegetazione, favorendo una maturazione ottimale.

Oltre 15 ettari di terreno sono da noi coltivati ad oliveto, ricavando una produzione di olio extravergine di oliva di elevata qualità con il metodo tradizionale di spremitura a freddo, con macine di pietra. I nostri campi ospitano anche gli alveari da cui otteniamo miele naturale e genuino.

Presso la nostra struttura è possibile degustare tutti i nostri prodotti e, per chi lo desidera, acquistarli direttamente.

Radici e Storia

Le origini della Famiglia Bacchini si perdono nella notte dei tempi, in quel di Firenze. Nel XIII e XIV secolo i Bacchini di Firenze hanno inciso in modo significativo sulla storia della città Toscana, avendo dapprima diritto al Consolato e poi facendo parte più volte della Signoria in qualità di Priori. Ecco perché nello stemma di famiglia è raffigurato il giglio di Firenze

I Bacchini diventano agricoltori con Tonsino e il figlio Giovanni, di origini fiorentine, i quali prendono stabile dimora in Romagna nel 1300 ed iniziano a coltivare le proprie terre, ininterrottamente per circa 700 anni, di generazione in generazione. Antonio Bacchini, nato nel 1553 (sposato con Donna Fiore), per primo prende dimora nel comune di San Giovanni in Marignano e fonda l’attuale Tenuta, che mantiene il cognome della famiglia fino alla fine del 1800. In questo periodo Monsignor Francesco Bacchini, Vescovo di Terni (nato nel 1834), figlio di Domenico Bacchini e fratello di Antonio, la sceglie come sua dimora di campagna quando diviene Vescovo “in partibus infidelium” della grandissima diocesi di Tripoli del Libano. L’azienda agricola Bacchini si trasformò così in Tenuta del Monsignore.

L’azienda familiare assume un’impronta più tecnologica nella metà del 1900 con Francesco Bacchini, che modernizza l’azienda, amplia i vigneti e la cantina, adottando tutti i migliori mezzi esistenti in quel periodo. Tale trasformazione viene successivamente completata dal figlio Leo che, in maniera scientifica, implementa i vigneti introducendo nuove varietà e ripristinando quelle più interessanti del passato.

Non è più sufficiente che il vino non presenti difetti, è altresì necessario che abbia propri pregi. Così Sandro, figlio di Francesco, pur rispettando la tradizione di cantina, affina la tecnologia di produzione. L’enologia, da tecnica di produzione, diventa una scienza. Successivamente, Francesco, figlio di Sandro, lascia un segno indelebile del suo passaggio nella sua breve esistenza, ideando un robot per la potatura a secco della vite e introducendo in tal modo il concetto di robotica nella viticoltura.

Il vino da bevanda e da alimento si trasforma essenzialmente in fonte di sogni e godimento. Bacchini non ha solo una assonanza cacofonica con Bacco, ma una comune origine filologica.

Attualmente Nicoletta, figlia di Sandro, riceve il testimone della tradizione di famiglia che, con coriacea volontà, trasmetterà al futuro. Un futuro che è già nato con Nicolò, arrivato nella famiglia Bacchini il giorno di Natale 2010 e che rappresenterà la ventesima generazione di vignaioli della famiglia, almeno così speriamo vivamente, perché buon vino fa buon sangue e.. buon sangue non mente.